non è facile, anche perchè ci si era abituati a quelli vecchi, che davano una dimensione del mondo conosciuta e stabile. Il rischio però è di confondersi, scambiando quello che si vede con quegli occhiali per il mondo in sè (e non lo dico da costruttivista radicale, anzi..).
Mi ricollego al post precedente, quel “Io sono” che deve precedere l'”amo te”.
il panel merita la lettura, e magari qualche esperimento personale. All’interno, tra diverse altre installazioni, c’era un video che durava diverse ore: migliaia di volti sempre differenti, ognuno che sfumava nell’altro dopo aver detto “I love you” in lingua cantonese (una cosa del tipo “Oh Oi Lei) guardando dritto nella videocamera. una foto è qui sotto, per rendere l’idea, il video va immaginato. come ogni opera d’arte degna di questo nome apre varchi, dove guardare un po’ più in là.