Archivi del mese: febbraio 2017

Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere

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E’ la stra-citata conclusione del Tractatus.

Vero, Wittgenstein si riferiva ad altro, ma seguendo la video-intervista (cliccabile in fondo al post) ad una delle psico più conosciute in Italia l’affermazione torna prepotentemente in mente.

Un ragazzo si butta dalla finestra perchè gli trovano 10 grammi di Hashish in casa. In sè l’evento richiede tutta la compassione di cui possiamo essere capaci: quanta fragilità, disperazione, sofferenza c’è dietro (a lui e tutta la famiglia) dio solo lo sa. Ed è solo un’altra evidenza del malessere diffuso che cresce sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, e che costringe tutti, ma proprio tutti, ad interrogarsi su cosa sta succedendo e magari chiedersi come, ognuno di noi, si è reso responsabile di quella morte, magari non facendo proprio niente.

Immancabile invece l’intervista alla psicoguru (con tanto di zoomate su alcuni suoi libri, che in questo contesto fa rabbrividire). E quale è la verità che ci viene rivelata? Che i nostri ragazzi sono fragili, che dobbiamo parlare con loro, coinvolgerli in attività sane e spiegargli che drogarsi fa male (!).

No, così non si fa.

Per vedere l’intervista clicca qui: Repubblica intervista Anna Oliverio-Ferraris

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Stay Human

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All that we share.

Me lo hanno girato, l’ho visto e l’ho trovato emozionante. Un video da vedere, rivedere e, dati i tempi che corrono, far girare il più possibile.

Chi lo avesse perso lo trova qui: All that we share

 

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Uno sguardo “social”

 

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Muovo i primi passi al di fuori del mio terreno abituale di ricerca, in cui da vicino osservo le singole linee di vita, per osare una prima lettura sulla società e la sua produzione dello star bene o stare male. L’intenzione è, da qui in avanti, di proseguire la ricerca e il fare non solo dentro lo studio ma nella comunità.

Naturalmente chi mi ha già letto fin qui ci troverà molto di familiare.

Il testo è leggibile cliccando qui: sguardo-social

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