Girovagando in libreria mi trovo in mano “Dovremmo essere tutti femministi”, un agile libretto edito da Einaudi di un’autrice che, ammetto l’ignoranza, non solo non sapevo esistesse ma faccio ancora fatica a pronunciarne il nome: Chimamanda Ngozi Adichi.
Riconosco l’enorme problema della diseguaglianza di genere e di quanto ancora ci manca per schiodarci da stupidi retaggi del passato che ancora ci mordono i polpacci, e nel mio piccolo agisco per cancellare queste differenze, ma in genere il femminismo non è tra i temi al centro della mia ricerca.
Tuttavia il libretto è interessante e lo leggo in giornata. Per la semplicità e l’ironia con cui tocca il punto, richiamando tutti a calarlo dentro il proprio quotidiano in un esercizio costante che ha a che fare con il rispetto delle differenze, tema questo che sì, mi tocca da vicino.
Non è corretto dire che si devono rispettare le donne, che già solo a dirlo si crea una sorta di sottogruppo. Si deve rispettare tutti. E Chimamanda non chiede rispetto in quanto donna, chiede rispetto in quanto lei che è una donna.
Poi ho scoperto che il libro è il verbatim della sua TED-conferenza, pure con i sottotitoli in italiano.
eccola qui: