Sono molti, sopratutto di questi tempi, che si occupano di felicità.
Molti di meno si avventurano nell’esplorare la sofferenza, tema che, anche tra i miei colleghi, viene troppo spesso dato per scontato, considerando il dolore come qualcosa che l’individuo subisce e non come qualcosa che viene invece attivamente prodotto dall’interno, di cui chiedersi cos’è e che funzione ha nell’equilibrio più generale del sistema (che l’uomo tenda alla felicità mi pare uno dei falsi storici più pericolosi mai prodotti dal genere umano..).
Salvatore Natoli è tra quelli che ci si sono avventurati. Pur se anche lui parte dall’idea del dolore subìto – che non condivido – il suo libro merita sicuramente la lettura (anche se non facile).
Per farsene un’idea si può guardare anche questa intervista: