Ritorno per un momento su un tema che mi ha tenuto impegnato diversi anni, quello della sofferenza, per segnalare una lettura intelligente.
E’ difficile scardinare luoghi comuni e significati che si sono dati per scontati per una vita. L’oggettività della sofferenza, che sta tra il soggetto e il mondo è una teoria allettante, soprattutto per gli psico.- (terapeuti, psichiatri ecc..), come ho avuto modo di verificare anche al recente convegno a Roma (vedi post precedente), dove erano molti i colleghi aggrappati mani e piedi a quella che spesso ho chiamato “teoria del trauma”. Pazienza, ci vuole pazienza, non è facile lasciarla andare, perchè toglie molte sicurezze (al paziente, certo, ma anche al terapeuta).
L’agile libretto di Fabrizio Benedetti “Il dolore, dieci punti chiave per comprenderlo” scardina diverse di queste credenze, come già si intuisce dai titoli dei capitoli, vedi ad esempio “il dolore è nel cervello e non nel corpo” oppure “il dolore è differente a seconda degli individui e delle circostanze”.
Non c’è niente da fare, sembra essere proprio vero che non esiste alcun dolore che preceda un significato. Nessun dolore, che sia del corpo o dell’anima (mi si passi la metafora).
E va bene così, è da quella parte che si ha da andare.
Buona lettura, e buona estate.