Non lo sapevo.
l’ho incontrata perchè quando sono in viaggio mi sintonizzo su radiotre, e “Ad alta voce” ho ascoltato Sandra Toffoletti leggere il suo “Diario 1941-1943”.
Mi ha colpito la forza, la lucidità, la presenza di una donna fuori dal comune, capace di restare salda e radicata nella vita, nonostante. Per me è stata una lettura, o meglio un ascolto, intenso, entusiasmante. in fondo a questo scritto c’è il link per andare al sito, ci sono tutte le puntate. Di seguito riporto un breve passaggio, drammatico per la sua capacità di metterci davanti al nostro presente: perchè dice di noi, di quello che ci sta succedendo intorno mentre siamo lì a chiederci dove andare a sciare questo fine settimana. Ho ancora negli occhi il video di quei nazi che a Como han fatto irruzione in una Associazione di volontariato, e ho ancora nelle orecchie i commenti dei più: blande indignazioni attente a non irritare un elettorato già nervoso o paterne sgridate per quelli che in fondo son bravi ragazzi..
In fondo io non ho paura. Non per una forma di temerarietà, ma perchè sono cosciente del fatto che ho sempre a che fare con esseri umani, e che cercherò di capire ogni espressione di chiunque sia e fin dove mi sarà possibile. E il fatto storico di quella mattina non era che un infelice ragazzo della Gestapo si mettesse a urlare contro di me ma che io francamente non ne provassi sdegno, anzi che mi facesse pena, tanto che avrei voluto chiedergli “hai avuto una giovinezza così triste? sei stato tradito dalla tua ragazza?”. Aveva un’aria così triste e molle, benchè sgradevole, che avrei voluto iniziare a curarlo, bel sapendo che questi ragazzi sono da compiangere fintanto che non sono in grado di fare del male, ma che diventano pericolosissimi se lasciati liberi di avventarsi sull’umanità”.