Cos’è l’amore?

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Domanda infinita.

ProgettoCoppia, l’area di lavoro con cui collaboro e di cui ho già postato, organizzerà a fine maggio il secondo convegno dell’anno proprio su questo tema, con contenuti che avranno lo scopo di andare oltre il banale o lo scontato. Appena il programma è pronto lo aggiungo a questo blog.

Nessuno naturalmente ha la risposta, e per ricercare la propria è buono ampliare lo sguardo, andare a caccia in territori diversi. Qui propongo uno sconfinamento attraverso un racconto. La letteratura non spiega (ma da qualche tempo ho iniziato a considerare l’idea che spiegare non serve a niente) però descrive, e in certi casi lo fa da dio, e buone descrizioni aiutano a tracciare qualche segno in più sulla propria personale mappa.

Per quanti sono alla ricerca di cosa voglia dire amare leggere “una vita come tante” può essere di grande aiuto. O almeno per me è stato così. Scrivo di seguito un paio di passaggi, intensi e bellissimi, che forse danno un’idea.

….. Poi arrivò il mattino, e Willem si rese conto nuovamente delle ragioni che lo avevano indotto a tuffarsi in quella relazione, a prescindere dalla propria ingenuità e dalla propria arroganza. Era ancora presto ma si era svegliato comunque, e attraverso la porta della cabina armadio, semi aperta, guardò Jude che si vestiva. Era una novità recente, e Willem sapeva bene quanto fosse difficile, per Jude. Notava la costanza dei suoi tentativi; vedeva come tutte le cose che per lui e per le altre persone di sua conoscenza erano scontate – vestirsi o spogliarsi davanti a qualcuno, per esempio – richiedessero per Jude un esercizio costante; vedeva quanto Jude fosse determinato e coraggioso. E questo gli bastò per ricordare che anche lui doveva insistere. Erano entrambi incerti sul da farsi; entrambi ci stavano provando, con tutte le loro forze; entrambi si lasciavano frenare dal dubbio, facevano progressi e poi si bloccavano. Ma avrebbero insistito perchè si fidavano, e perchè l’altro era l’unica persona per la quale valesse la pena impegnarsi tanto, affrontando difficoltà, insicurezze, pudori… 

…Rimangono in silenzio, a lungo. “Ti ricordi quando mi hai detto che temevi di trasformarti in una serie di brutte sorprese?” gli chiede Willem, e Jude annuisce appena. “Be’, non è mai successo” prosegue. “Ma stare con te è come trovarsi in un luogo che ha qualcosa di irreale. Credi che sia una foresta, ma tutto d’un tratto cambia e si trasforma in un prato, o in una giungla, o in un ghiacciaio. Sono tutti luoghi bellissimi, ma anche insoliti; per giunta non hai una mappa e non capisci come hai fatto a passare da un paesaggio all’altro con tanta rapidità. Non sai neanche quando ci sarà la prossima transazione, e non sei equipaggiato per affrontarla. Così continui nel tuo cammino, cercando di aggiustare il tiro man mano che vai avanti, ma in realtà non hai la minima idea di quello che stai facendo, e ti capita spesso di commettere degli errori, anche gravi. Ecco, a volte è proprio questa la sensazione che provo”. “In pratica” ribatte Jude dopo un istante, “mi stai dicendo che sono la Nuova Zelanda” . Gli ci vuole qualche secondo per accorgersi che Jude sta scherzando, ma quando se ne rende conto Willem scoppia in una risata sgangherata, piena di sollievo e tristezza. Poi costringe Jude a voltarsi, e lo bacia. “Sì” dice. “Sei la Nuova Zelanda”.

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